Questo è il quarto articolo della serie scritta dall’antropologo Davide Stocchero, che analizza le origini antropologiche del conflitto tra Russia ed Ucraina ed arriva ai giorni nostri. In questa parte, l’antropologo affronta due delle questioni sicuramente più importanti nel conflitto Russia – Ucraina: energia e neonazionalismo. Potete leggere la prima parte qui, la seconda qui e la terza qui
Per una corretta lettura, ricordo che questa serie di articoli risale al 2014, pertanto troverete delle informazioni che non sono conformi con lo stato attuale (ad esempio Joe Biden è citato come vice Presidente, posizione che aveva in quel periodo). Tutto quello che viene spiegato però ha un’importanza fondamentale, perchè ripercorre esattamente l’origine del conflitto in Donbass, ed è quindi una testimonianza storica importantissima.
La questione Ucraina – E’ sempre un problema di energia
Per capire meglio la questione ucraina, soprattutto per capire come mai un presidente inetto come Obama (pensate alla Libia post-Gheddafi, o alla Siria) mostri la faccia feroce nei confronti della Russia a proposito della questione ucraina, bisogna come al solito guardare all’energia.
Uno infatti si potrebbe chiedere perché non solo non si permetta l’autodeterminazione di regioni che sono sempre state russe dal 1400 circa, ma fin dal golpe di Piazza Indipendenza (Maidan) non si sia preso in considerazione da parte dei nuovi “principi” dell’Ucraina la possibilità di una larga autonomia (tipo quella che ha l’Alto Adige/SudTirol in Italia, o la Catalogna, o la Scozia, o il Quebec). Va bene essere nazionalisti, ma siamo nel terzo millennio e l’Occidente, cui l’Ucraina arancione aspira, si dichiara civilizzato.
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