Pandora Papers: svelati i tesori offshore dell’elite, di nuovo.

Lo scandalo dei Pandora Papers è destinato a generare un terremoto mediatico?

L’indagine chiamata “Pandora Papers” ha rivelato che 35 leader mondiali attuali ed ex e potenti miliardari erano affiliati a società che utilizzano paradisi fiscali offshore.

I conti offshore sono spesso utilizzati per gestire e spostare segretamente ingenti somme di denaro e nascondere la vera ricchezza di una persona.

L’indagine, condotta dall’International Consortium of Investigative Journalists(ICIJ) e da un team di 150 testate giornalistiche, incluso il servizio turco di DW, ha anche scoperto che più di 330 politici di alto livello e funzionari pubblici in tutto il mondo hanno legami con conti offshore.

I milioni di documenti trapelati esaminati dalla più grande partnership giornalistica della storia mostrano fino a che punto le operazioni offshore segrete siano coinvolte nella politica finanziaria globale.

I documenti segreti espongono i rapporti offshore del re di Giordania, dei presidenti di Ucraina, Kenya ed Ecuador, del primo ministro della Repubblica Ceca e dell’ex primo ministro britannico Tony Blair.

I file descrivono anche le attività finanziarie del giro ristretto dei collaboratori del  presidente russo Vladimir Putin e di più di 130 miliardari provenienti da Russia, Stati Uniti, Turchia e altre nazioni.

Secondo l’ICIJ, i Pandora Papers mostrano che i potenti che potrebbero contribuire a porre fine al sistema offshore ne stanno invece beneficiando, nascondendo beni in società segrete e trust mentre i loro governi fanno poco per rallentare un flusso globale di denaro illecito che arricchisce criminali e impoverisce le nazioni.

Vorrei ripercorrere la storia dei Panama Papers del 2016, sempre lanciati dall’ICIJ, per verificarne gli esiti ed ipotizzare cosa ci possiamo attendere dai Pandora Papers, le loro similitudini evidenti, e se è probabile una loro strumentalizzazione politica.

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