La Corte Suprema e la discussione sull’aborto

In questi giorni la Corte Suprema degli Stati Uniti ha tenuto un’attesissima udienza sull’aborto, sulla quale deve ancora emettere sentenza.

La procedura è stata avviata per valutare la legittimità della legge sull’aborto del Mississippi, uno stato conservatore in cui l’interruzione di gravidanza è vietata dopo le 15 settimane di gestazione nella maggior parte dei casi. È considerato il caso più importante sul tema degli ultimi decenni, soprattutto perché sarebbe una possibile minaccia alla storica sentenza che dal 1973 garantisce l’accesso all’aborto a livello federale.

La decisione arriverà probabilmente nel giugno del 2022, ma i dibattiti avviati sono fondamentali per comprendere la posizione della Corte, che dopo la nomina di tre giudici voluti dall’ex presidente Donald Trump ha una netta maggioranza conservatrice.

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La Corte Suprema rifiuta di bloccare il divieto di aborto in Texas

La Corte Suprema ha rifiutato di fermare la legge emanata dal Texas che vieta l’aborto a partire dalle sei settimane di gravidanza, consentendo alla misura più restrittiva degli Stati Uniti  di rimanere in vigore.

L’Heartbeat Act

La legge, nota come Heartbeat Act, vieta l’aborto non appena viene rilevato il battito cardiaco del feto. Questo può avvenire già alla sesta settimana di gravidanza. Secondo l’ACLU, circa l’85-90% delle donne in Texas che interrompono una gravidanza sono incinte di almeno sei settimane. L’unica eccezione è per le emergenze mediche.

Il Governatore Greg Abbott aveva firmato a maggio 2021 questa legge, facendo insorgere i sostenitori del diritto all’aborto.

“Il nostro creatore ci ha dotato del diritto alla vita, eppure milioni di bambini perdono il diritto alla vita ogni anno a causa dell’aborto”, aveva dichiarato Abbott in un video diffuso su Twitter che annunciava la nascita della legge.

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