Uber Files: di cosa si tratta?

In questi giorni in Italia assistiamo ad una movimentazione portata avanti dai tassisti, che accusano il governo Draghi di aver varato una riforma su misura (il cosiddetto DDL Concorrenza), ora all’esame finale del Parlamento, per favorire il colosso californiano Uber.

E proprio ieri, è stata pubblicata la prima parte di una imponente indagine giornalistica fatta dal consorzio Icij proprio su Uber, chiamata Uber Files, destinata a fare molto rumore, esattamente come i due precedenti famosi pubblicati dallo stesso consorzio, Panama Papers e Pandora Papers. Procediamo con ordine.

Uber: cos’è e come funziona

Prima di essere un servizio, Uber è una società, fondata nel 2009 a San Francisco (USA), che sta diventando sempre più importante proprio grazie a ciò che fornisce dal 2010 in decine di città in tutto il mondo.

Le origini della società Uber ci vengono raccontate  direttamente dal sito istituzionale: durante una nevosa serata a Parigi, nel 2008, Travis Kalanick e Garrett Camp, allora trentenni, non riuscivano a fermare un taxi. Fu così che ebbero un’idea: e se si potesse richiedere una corsa con un click? Nasce così la start up che inizialmente si configurava come una “lifestyle company”, come afferma lo stesso CEO e Co-Founder Travis Kalanick. E ha messo in difficoltà tassisti di tutto il mondo.

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Pandora Papers: svelati i tesori offshore dell’elite, di nuovo.

Lo scandalo dei Pandora Papers è destinato a generare un terremoto mediatico?

L’indagine chiamata “Pandora Papers” ha rivelato che 35 leader mondiali attuali ed ex e potenti miliardari erano affiliati a società che utilizzano paradisi fiscali offshore.

I conti offshore sono spesso utilizzati per gestire e spostare segretamente ingenti somme di denaro e nascondere la vera ricchezza di una persona.

L’indagine, condotta dall’International Consortium of Investigative Journalists(ICIJ) e da un team di 150 testate giornalistiche, incluso il servizio turco di DW, ha anche scoperto che più di 330 politici di alto livello e funzionari pubblici in tutto il mondo hanno legami con conti offshore.

I milioni di documenti trapelati esaminati dalla più grande partnership giornalistica della storia mostrano fino a che punto le operazioni offshore segrete siano coinvolte nella politica finanziaria globale.

I documenti segreti espongono i rapporti offshore del re di Giordania, dei presidenti di Ucraina, Kenya ed Ecuador, del primo ministro della Repubblica Ceca e dell’ex primo ministro britannico Tony Blair.

I file descrivono anche le attività finanziarie del giro ristretto dei collaboratori del  presidente russo Vladimir Putin e di più di 130 miliardari provenienti da Russia, Stati Uniti, Turchia e altre nazioni.

Secondo l’ICIJ, i Pandora Papers mostrano che i potenti che potrebbero contribuire a porre fine al sistema offshore ne stanno invece beneficiando, nascondendo beni in società segrete e trust mentre i loro governi fanno poco per rallentare un flusso globale di denaro illecito che arricchisce criminali e impoverisce le nazioni.

Vorrei ripercorrere la storia dei Panama Papers del 2016, sempre lanciati dall’ICIJ, per verificarne gli esiti ed ipotizzare cosa ci possiamo attendere dai Pandora Papers, le loro similitudini evidenti, e se è probabile una loro strumentalizzazione politica.

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